Agricoltura, Natura, Ambiente

domenica 23 ottobre 2011

land grabbing

(AGI) - Cernobbio (Como), 21 ott. - Oggi siamo di fronte a "nuove forme di colonialismo che si stanno manifestando e determinano incertezze sul futuro dell'umanita'", incertezze "di tipo nuovo ed in modo particolare per quanto riguarda il settore primario: il fenomeno del 'land grabbing'", lo 'scippo' delle terre dei paesi piu' poveri acquistate da paesi in crisi di produzione agroalimentare. Ne parla Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro, nel suo intervento al Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentare organizzato da Coldiretti a Cernobbio. "Questo fenomeno 'dell'arraffa terre'- spiega Sacconi- evidenzia un percorso che potremmo definire fortemente contraddittorio con l'idea che abbiamo noi di agricoltura, con i notri valori, la nostra cultura, la nostra tradizione". Il fenomeno, secondo il ministro, "si sta generando perche' nella gerarchia geo-economica i piu' forti, che talora hanno la veste degli emergenti (pensiamo in particolare ai cinesi), altre volte la veste di tradizionali paesi industrializzati che ospitano grandi compagnie (come la Gran Bretagna), stanno proponendosi ai deboli con modalita' che non possono non preoccuparci".
(AGI) Mi4/Fra
LAND GRABBING  is the contentious issue of large-scale land acquisitions; the buying or leasing of large pieces of land in developing countries, by domestic and transnational companies, governments, and individuals. While used broadly throughout history, land grabbing as used today primarily refers to large-scale land acquisitions following the 2007-2008 world food price crisis. By prompting food security fears within the developed world and newfound economic opportunities for agricultural investors and speculators, the food price crisis caused a dramatic spike in large-scale agricultural investments, primarily foreign, in the Global South for the purposes of food and biofuels production. Initially hailed by investors and some developing countries as a new pathway towards agricultural development, land grabbing has recently been criticized by a number of civil society, governmental, and multinational actors for the various negative impacts that it has had on local communities.



Il termine “Land Grabbing” tecnicamente significa “appropriazione di terreni” ed è la nuova forma di colonialismo che si basa sull’affitto e, qualche volta, sull’acquisto di grandi appezzamenti di terreni in Africa e, in forma minore, in Sud America, una formula tanto in voga nei paesi emergenti. Niente a che fare quindi con il “vecchio” colonialismo quando il “primo mondo” (l’occidente) si mangiava tutto. E’ il “secondo mondo” che si sta mangiando il “terzo mondo”. A dare il via al Land Grabbing è stata l’Araba Saudita. Il re Abdullah, sovrano assoluto d’Arabia, a un certo punto si è accorto che il petrolio portava miliardi di dollari ma che in tutto il suo immenso regno galleggiante su un mare di greggio non c’era un solo angolo di terra che producesse qualcosa da mangiare per sfamare i suoi sudditi. Fu allora che decise di usare i petrodollari per acquistare migliaia di ettari di terreno in Etiopia dove coltivare riso e cereali a buon prezzo per le esigenze del suo regno. Visto che la cosa funzionava ha cercato di comprare altri terreni da altre parti. Non riuscendoci ha ripiegato sulla locazione prendendo in affitto immensi appezzamenti di terreno in Zambia e in Tanzania. La cosa non poteva certo sfuggire ai cinesi, sempre in cerca di risorse alimentari (a causa degli elevati indici di crescita demografica) e minerarie (per sostenere la fame di energia della economia cinese). Pechino ha quindi dato il via a un vero e proprio rastrellamento di terreni su scala mondiale. 80.400 ettari di terra acquistati in Russia, 43.000 in Australia, 70.000 in Laos, 7.000 in Kazakhstan, 5.000 a Cuba, 1.050 in Messico. Ma il boom Pechino lo ha fatto in Africa. 2.800.000 ettari in Congo, 2.000.000 di ettari in Zambia, 10.000 in Camerun, 4.046 in Uganda e solo 300 ettari (ma siamo all’inizio) in Tanzania. Dove Pechino non può acquistare…. affitta. Migliaia di ettari in Algeria, in Mauritania, in Angola e in Botswana. Il bello è che i terreni non vengono solo coltivati ma forniscono anche immense risorse minerarie che chiaramente Pechino sfrutta a man bassa senza alcun ritorno per le popolazioni locali....land grabbing

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