Agricoltura, Natura, Ambiente

mercoledì 27 maggio 2015

La Vigna riflessioni sul campo

Tra sogno e realtà passeggiando tra i vigneti all'imbrunire si cerca di assaporare la poesia della campagna...e Cesare Pavese in questo ci aiuta:
" ...C'è una terra che tace
e non e' terra tua.
C'è un silenzio che dura
sulle piante e sui colli.
Ci son acque e campagne.
Sei un chiuso silenzio
che non cede, sei labbra
e occhi bui. Sei la vigna.
E' una terra che attende
e non dice parola.
Sono passati giorni
sotto cieli ardenti.
Tu hai giocato alle nubi.
E' una terra cattiva
la tua fronte lo sa.
Anche questo è la vigna...."

" Una vigna che sale sul dorso di un colle fino a incedersi nel cielo, è una vista familiare, eppure le cortine dei filari semplici e profonde appaiono una porta magica. Sotto le viti la terra rossa è dissodata, le foglie nascondono tesori, e di là dalle foglie sta il cielo.
Tutto ciò è familiare e remoto, infantile a dirla breve, ma scuote ogni volta, quasi fosse un mondo.
La visione s'accompagna al sospetto che queste non siano se non le quinte di una scena favolosa in attesa di un evento che né il ricordo né la fantasia conoscono. Qualcosa di inaudito è accaduto o accadrà su questo teatro.
Solamente un ragazzo la conosce davvero; sono passati gli anni, ma davanti alla vigna l'uomo adulto contemplandola ritrova il ragazzo. Ma nulla è veramente accaduto e il ragazzo non sapeva di attendere ciò che adesso sfugge anche al ricordo. E ciò che non accadde al principio non può accadere mai più.
Se non forse sia stata proprio questa immobilità a incantare la vigna. Un sentiero l'attraversa all'insù, dimezzando i filari e tagliando una porta sul cielo vicino. Il ragazzo saliva per questi sentieri, vi saliva e non pensava a ricordare; non sapeva che l'attimo sarebbe durato come un germe e che un'ansia di afferrarlo e conoscerlo a fondo l'avrebbe in avvenire dilatato oltre il tempo. Forse quest'attimo era fatto di nulla, ma stava proprio in questo il suo avvenire. Un semplice e profondo nulla, non ricordato perché non ne valeva la pena, disteso nei giorni e poi perduto, riaffiora davanti al sentiero, alla vigna, e poi si scopre infantile, di là dalle cose e dal tempo, com'era allora che il tempo per il ragazzo non esisteva. E allora qualcosa è davvero accaduto. E' accaduto un istante fa, è l'istante stesso: l'uomo e il ragazzo s'incontrano e sanno e si dicono che il tempo è sfumato.
L' uomo sa queste cose contemplando la vigna. E tutto l'accumulo, la lenta ricchezza di ricordi d'ogni sorta, non è nulla di fronte alla certezza di quest'estasi immemoriale. Ci sono cieli e piante, e stagioni e ritorni, ritrovamenti e dolcezze, ma questo è soltanto passato che la vita riplasma come giochi di nubi. La vigna è fatta anche di questo, un miele dell'anima, e qualcosa nel suo orizzonte apre plausibili vedute di nostalgia e speranza. Insoliti eventi vi possono accadere che la sola fantasia suscita, ma non l'evento che soggiace a tutti quanti e che tutti quanti abolisce: la scomparsa del tempo. Questo non accade, è: anzi è la vigna stessa.
E non accade nulla, perché nulla può accadere che sia più vasto di questa presenza. Non occorre nemmeno fermarsi davanti alla vigna e riconoscerne i tratti familiari e inauditi. Basta l'attimo dell'incontro."

Il cemento difficilmente può dare tutte queste emozioni... #riflettiamoci
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venerdì 22 maggio 2015

Coltiviamo sogni... alleviamo passione

Un tempo non troppo lontano c'era una bimba bionda che si nascondeva dentro il box dei vitelli tra la paglia a fare le coccole con loro. Gli portava l'acqua fresca, il fieno e aiutava la sua mamma a dargli il latte che di nascosto dava un pò ai gattini. Correva libera e spensierata sotto i vigneti e tra i campi con i suoi cuccioli. Raccoglieva le noccioline con il nonno e con il papà andava ad irrigare i campi di mais. La sua migliore amica era una capretta e con lei si divertiva a correre dappertutto... non aveva paura di niente e non si stancava mai. Spesso aveva le ginocchia sbucciate perché le avventure in campagna non mancavano. Si arrampicava sugli alberi per raccogliere la frutta fresca e li, si faceva delle grosse scorpacciate.  A fine maggio c'erano le ciliegie e con i cugini e il fratello faceva la gara di chi sputava l'osso più lontano. Perdeva sempre... era la più piccina ma non mollava mai!
A settembre l'uva maturava sulla "bellussera" e tutta rannicchiata dentro al carro si impiastricciava con il succo dei chicchi schiacciati dentro le casse. La vendemmia era sempre una grande festa... parenti ed amici venivano ad aiutare nelle vigne e pranzavano tutti assieme. Attorno al grande tavolo si intecciavano storie e racconti di adulti e ragazzi e tutti tornavano a casa più ricchi... non di denaro certo! Ma di esperienza!
Non ci si divertiva solo d'estate!  D'inverno si aspettava la nascita dei vitellini anche la notte di Natale, gli agnellini e i capretti che non riuscivano ad attaccarsi sotto la madre, sopratutto gemelli, venivano allattati con il biberon. L'amore e la premura verso i suoi piccoli amici l'accompagnavano sempre anche quando man mano cresceva la consapevolezza che prima o poi avrebbe dovuto separarsi da loro. Tutto seguiva l'andamento naturale delle stagioni, il susseguirsi dei lavori nei campi e nella stalla.  Portava la paglia alle manze con il papà sedendo affianco a lui sul trattore. Le vacche erano libere nel paddock si riparavano sotto il grande salice. Si andava a mungere con mamma e papà e alla fine quando veniva pulita la sala mungitura, anche con il freddo riusciva a bagnarsi da testa ai piedi. I suoi la prendevano a cavalcioni per mostrarle quanto latte c'era nella grande cisterna. Tutto sembrava enorme, fantastico... un sogno ad occhi aperti!

To be continued....