Agricoltura, Natura, Ambiente

domenica 6 ottobre 2013

I piccioni

L’allevamento dei columbidi da parte dell’uomo iniziò tra i 5mila e i 10mila anni fa. Principalmente per mangiarseli, ma non solo: i piccioni viaggiatori sono esattamente identici a quelli che vedete in piazza e dai quali cercate di scansarvi nel caso vi incrocino in volo radente, solo, sono addestrati.
I piccioni posseggono infatti un eccezionale senso dell’orientamento: possono percorrere fino a 800 km per ritornare al nido o alla propria colombaia dove vengono allevati. Non sono fulmini di guerra, ma neanche delle lumache: possono arrivare a circa 70 km/h una volta in volo. Lenti ma inesorabili: tanto che già gli antichi romani li utilizzavano come messaggeri dai fronti delle loro battaglie.
La “fine” del piccione viaggiatore fu decretata dalla nascita del telegrafo e della radio: da ricordare in ogni caso la commovente vicenda di Cher Ami, un piccione viaggiatore della prima guerra mondiale - oggi lo si trova impagliato allo Smithsonian insieme ad altri animali eroi di guerra come il Sergente Stubby, un cane - che, mentre la settantasettesima divisione era sotto il fuoco amico riusci a recapitare malgrado fosse colpito e ferito gravemente, un messaggio che implorava il cessate il fuoco.
Cher Ami divenne l’eroe della settantasettesima divisione fanteria, così alcuni medici dell’esercito tentarono in ogni modo di salvarlo malgrado le ferite riportate. Salvò le penne, ma perse una zampa, così gliene costruirono una in legno. Una volta ristabilitosi, venne imbarcato per gli States, e fu visitato dal generale Pershing in persona
L’umile piccione però è anche coperto di pregiudizi, e forse per questo molti li considerano semplicemente “topi con le ali”. I piccioni effettivamente sono portatori di parassiti e virus, ma secondo Treehugger non si pensa che possano trasmetterli...
Alcuni dei nostri piccioni



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